Metropolitan Museum of art di New York

“Dal commercio antiquario al Metropolitan Museum of art di New York”


Questo vaso(33), come pure i nn.30 e 31 e come il finale dipinto che in seguito descriveremo, fu rinvenuto dal sig. B.A. di Centuripe che, seppure mise nel mercato antiquario questi suoi preziosi ritrovamenti, ha il merito (merito?) di averli raccolti e salvati alla distruzione”.(G. Libertini 1926)

Siamo in un periodo (primi decenni del 1900) in cui il tombarolo o ladro di antichità, era considerato un operaio specializzato, il commerciante antiquario “un salvatore dei beni culturali” ed il collezionista un benefattore: altri tempi!.
In particolare il sig. B.A. è la stessa persona che ritroviamo in molti altri avvenimenti del periodo; scopritore, restauratore, commerciante, imprenditore, falsario, mediatore, artista, sono alcune delle ambigue ed illegali attività svolte dal B.A..
Questo superbo frammento, che sembra provenga dalle necropoli Centuripine di contrada San Giovanni, ci presenta la parte anteriore di un vaso di grandi dimensioni che, per la forma, non doveva differire dal precedente (32): somigliatissima è infatti la sagoma, il recipiente è ugualmente provvisto di anse laterali e forse, in origine, era munito anch’esso di un coperchio tondeggiante. La decorazione plastica, inferiormente, è quella consueta, nella parte superiore si limita ad un giro di astragali, alle ovvie teste leonine e ad un kymation con abbondanti tracce di doratura. La scena dipinta, sebbene frammentaria, è forse una delle più belle che abbia riscontrato in questa famiglia di vasi.
Una nobile figura di Dionisio occupa il centro della composizione; mollemente adagiato su una klinè, col torso nudo squisitamente modellato, le gambe coperte da un roseo panneggio da cui spunta il piede serrato nei legacci del sandalo, egli volge allo spettatore la testa cinta delle sacre bende, incorniciata dai morbidi e prolissi capelli, appoggiandosi indolentemente sul braccio destro che regge un grande tirso e porgendo la sinistra ad una figura muliebre biancovestita che gli sta a fianco, in piedi, indicando a lui, con la mano sinistra sollevata, una soglia vicina.
Sempre al Metropolitan troviamo atri tre superbi vasi policromi centuripini a cui abbiamo assegnato i numeri 40, 41, 42:
40 – Terracotta vase – Greek, Sicilian, Centuripe, 3rd-2nd B.C. – four women
Metropolsmall
41 – Terracotta lekanis – Greek, Sicilian, Centuripe3rd-2nd B.C. – with lid and final
42 – vaso policromo Centuripe                 34 – Finale e particolare esposto al Metropolitan
pubblicato nel libro “Centuripe” G.Libertini 1926
come inedito – dal commercio antiquario tav.XLVII
Coperchi finali di vasi policromi

Terracotta Statuette of a Woman Looking Into a Box Mirror

Greek (probably West Greek, possibly from Centuripe)
3rd – 2nd century BC



Metropolitan museum New York

Una risposta a “Metropolitan Museum of art di New York”

  1. Si, complimenti per la dovizia di particolari del sito. Mi spiace che aleggia una certa distaccata rassegnazione a proposito della quasi totalità dei reperti archeologici nostalgicamente descritti e che sono originari di Kentoripa…accompagnati sempre dal ritornello: “pezzo rinvenuto dal sig B.A….che ha sicuramente il merito di averlo preservato dalla distruzione”. Oppure a tale indirizzo, abbondare ancora in tanti titoli di merito come “scopritore, restauratore, commerciante, imprenditore, falsario, mediatore, artista”, salvo poi attribuirgli anche la medaglia di essere pure “un salvatore e benefattore dei beni culturali”…a favore dei musei esteri però e delle proprie tasche. A mio modesto parere, l’unico titolo pertinente per quel signore è sicuramente quello di “tombarolo” con tutti i risvolti negativi connessi. Se ciò basta per consolarci per la voluminosa..diaspora e deriva di tali reperti, pazienza. Ma almeno sarebbe bello catalogare e classificare tutti i pezzi sparsi per il mondo ed esporli in foto e in video nel Vostro Museo cittadino alla memoria(se esiste già), che ahimè a posteriori sarebbe stato celebre per qualità e quantità come il Metropolitan o il British. E’ davvero un grosso peccato non averci pensato prima.
    Francesco

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